Andrà davvero tutto bene
Andrà tutto bene.
E' un'espressione che ormai sentiamo da troppo tempo e che inizia a farci sbuffare, riflettere, commuovere qualche volta.
Ma la stessa è il titolo del primo libro di un ragazzo che il nostro liceo ha conosciuto molto bene. E' stato il rappresentante dell'anno scolastico 2018-2019, dopo aver portato avanti la propaganda delle arance. Sì, è proprio lui: Matteo Pascucci, attuale studente di Lettere Classiche a Bologna. In quanto amico e vecchia (ma non troppo) gloria del nostro istituto, abbiamo pensato di fargli qualche domanda.
A cosa s'ispira il titolo?
"Andrà tutto bene” sembra un titolo per mancanza di originalità, ma in un'epoca in cui leggere un libro è considerata una perdita di tempo, è una rivendicazione di credibilità della letteratura a scapito della realtà, che ci ha fatto tante false promesse - anche se prima o poi se Dio vuole usciremo da questa situazione- e poche cose sono andate bene. Mentre il libro che ho scritto, pur essendo una cosa un po' cupa, particolare, vuole finire bene in qualche modo."
Di cosa tratta?
"Tratta di un viaggio nell'interiorità del protagonista, che si trova a vivere la nostra stessa situazione (n.d.r. il primo lockdown). E' una persona con una vita familiare difficile, che può essere chiunque di noi e, ci tengo a precisare, non sono io. Il viaggio è ambientato in un edificio a tre piani, ha un andamento a diario, giorno dopo giorno tra pensieri e riflessioni filosofiche si ha un'ascesa tra i vari piani, in uno spazio chiuso che rappresenta anche la quarantena. Il senso vuole essere: più sali, più è grande la caduta a cui vai incontro. Il tempo dell'ambientazione è durante i mesi tormentati di marzo, aprile, maggio 2020, a cui corrispondono anche un'arte prevalente, la musica per il primo, scrittura e poesia per il secondo e la pittura per maggio."
Hai scritto per svago o con un messaggio preciso da trasmettere?
"Più che per svago è stato scritto come sfogo, per esorcizzare il malessere di quel periodo negativo. E' nato per ottimizzare un periodo sterile: mi piace scrivere e quindi è stato per concludere qualcosa. Il messaggio l'ho trovato scrivendo, non l'avevo all'inizio ed è che nonostante tutto la vita è un dono infinito, che va oltre tutto, e che alla fine del dolore c'è sempre una luce, per quanto tante volte non riusciamo a vederla."
Quanto è durata la fase di scrittura?
"Per la fase di scrittura, ho iniziato a scrivere di getto, come libero sfogo di pensieri a marzo 2020, con l'inizio del lockdown. Il grosso l'ho scritto poi tra i mesi di settembre e dicembre, ritagliando tempo dallo studio. L'ho finito a febbraio 2021 e gli ho fatto una revisione."
E' stato facile farlo accettare alla casa editrice?
"Ho scritto a molte case editrici in parallelo e questa con cui ho pubblicato è stata la prima ad accettare, anche se dopo ce n'era un'altra, ma ormai avevo già firmato il contratto. E' stato stressante perché essendo esordiente è difficile farsi prendere in considerazione. Dopo spero che sia un po' più in discesa, con questo libro ho voluto fare un piccolo esordio, un domani se scrivessi qualcosa di migliore e socialmente utile è più facile che mi prenda in considerazione un editore più grande."
Ecco. Un'altra domanda era se hai intenzione di scrivere qualcos'altro.
"Sì, sicuramente. Ho già in mente l'intreccio per un romanzo vero e posso spoilerare che sarà ambientato a Bologna, che mi manca molto come realtà. Ma per il prossimo anno e mezzo devo studiare, altrimenti non mi laureo più (ndr ride)."
Quanto sei emozionato per la pubblicazione?
"Sono abbastanza emozionato. E' come mettersi a nudo, restare privato della mia intimità perché è una cosa nata nel buio e silenzio delle mie stanze. Più che emozionato, sono ansioso perché ci vuole coraggio, non sembra ma è così e poi ti leggono tutti."
Ti sei ispirato a qualche autore o libro in particolare?
"In realtà ho fatto un miscuglio della mia formazione liceale e universitaria. C'è il modello dantesco - questo può scoraggiare già chiunque- in chiave molto moderna, solo per la tripartizione e il viaggio ascendente. E modelli come Shakespeare, Eliot, Montale, Pirandello - ci sono tante cose per cui mi odierete (ndr ride)-."
Un'altra domanda interessante è se a scuola eri bravo nei temi.
"Beh, a scuola avevo la professoressa Biscione e penso che abbia sempre apprezzato, più o meno, la mia capacità di sintesi e penso di essere sempre andato bene in italiano. Non sono mai stato uno prolisso, questo sì."
Un consiglio per i futuri scrittori del liceo.
"Allora, il consiglio è di non perdere tempo, di buttarsi. Secondo me, leggere è molto importante, ma più che leggere è essenziale fare esperienze e non perdere tempo, perché questi anni ci formano. E anche prendere appunti, scrivere tutte le emozioni e impressioni che proviamo."
Grazie mille.
"Grazie a te. Inoltre, ci tengo a ringraziare quella che è stata sicuramente la personalità più importante che il nostro liceo ha ospitato tra le due pareti, dopo Giacomino Gualdi, il professor Matteo Panari. Mi ha dato lui una mano per trovare i contatti della casa editrice e mi sta aiutando a promuovere l'opera."
Per gli interessati, il libro è già disponibile presso la Feltrinelli e altri cataloghi e nei prossimi giorni dovrebbe essere ordinabile anche su Amazon.
Mankamal Kaur